Incredulo, avrò guardato e riguardato il video almeno cento volte, continuando a sperare di trovare una chiave di lettura che smontasse la prima impressione avuta su quelle parole. Speravo in un dettaglio nascosto tra le frasi, qualcosa di sottile ma decisivo che mi era sfuggito, capace di ribaltare completamente il senso del discorso. Ma niente.
Allora decido di scrivere un commento, per dire anch’io la mia. Ma dopo mezz’ora passata a rincorrere le 100.000 argomentazioni che mi frullavano in testa — ognuna convinta di meritare il primo posto, facendo a gara per essere scelta come la più importante — ho gettato la spugna. Troppo.
Meglio dirlo con un solo aggettivo. Era lì fin dall’inizio, l’ho capito solo dopo. Ma dice tutto: “avvilente”.
Oltre trent'anni fa, da giovane aiuto, aiutai il mio assistente a fare i provini per un film di Monicelli, a gratis, nella speranza di fare poi il film, 16 settimane. A fine provini vengo contattato dal direttore di produzione, che mi ringrazia di aver fatto i provini gratis, e mi dice testuali parole:"...a questo punto, nonostante sono in parola con un ragazzo del centro sperimentale, ti do la precedenza e se vuoi lo fai tu al suo posto. Ovviamente lui non lo pagavo, e quindi non posso pagare nemmeno te." Ovviamente rifiutai la magnifica offerta di 16 settimane a gratis, e persi l'occasione di entrare in quel giro. Schifato dal cinema, mi sono poi dedicato con successo alla pubblicità. E vedo che non è cambiato proprio nulla...
Non si capisce Alt che gioco fa, come al solito sembra remare a favore della parte malata e dei produttori. Chi ha scritto quella mail, molto probabilmente loro stessi a se stessi, avrebbe dovuto semplificare con il nostro è un lavoro, stop! Non c’è altro da dire, tutto il resto è inutile retorica per cercare di convincerci che un po’ PGB ha un po’ ragione.
Ho girato il video a mia cugina, docente di economia aziendale. Questo il suo commento:
Il Sig. Bellocchio, con una certa libertà interpretativa, espone la propria audace rivisitazione di un concetto ben noto e ampiamente trattato nella letteratura economica contemporanea: il cosiddetto "rischio d’impresa".
C'è da dire però che, nella sua interpretazione, tale rischio finisce per ricadere anche sui lavoratori dipendenti dell’azienda quando invece, secondo la teoria economica e giuridica consolidate, il rischio d’impresa ricade esclusivamente sull’imprenditore.
Una formulazione chiara e autorevole di questo principio si può riscontrare anche in questo articolo, non recente, ma tuttora rilevante.
Senza considerare oltretutto che, laddove un’azienda benefici di finanziamenti pubblici per coprire parte dei costi di produzione, risulterebbe ragionevolmente più difficile immaginare un vero e proprio."rischio" imprenditoriale.
Lavorare per il cinema è un privilegio, se hai la passione per il cinema;
Lavorare come giardiniere è un privilegio, se hai la passione per il verde;
Lavorare come operatore ecologico è un privilegio, se hai la passione per l’ecologia… e così di seguito. Sei un privilegiato e fortunato se puoi lavorare in un ambito che ti appassiona, ma secondo Bellocchio tutte le persone che possono godere di questo privilegio non dovrebbero essere retribuite? O retribuite poco e male? O addirittura pagare per poter svolgere un lavoro che le appassiona?
Senza le maestranze “appassionate” nessun film di produttori illuminati, di registi eccelsi e di bravissimi attori potrebbe essere portato a termine.
Sì, che vedano questo video anche i sindacati dal momento che Pier Giorgio Bellocchio di "lavoro" fa il produttore.
Così almeno possono toccare con mano il pensiero di chi ci da lavoro a noi. Ma solo se gli vai a genio, ovviamente, ci mancherebbe.
…. Intanto ci da lavoro….lavori….e poi per pagarti vediamo….
Bè, ovvio! Sarai ricompensato solo se avrai dimostrato tanta passione. Eh, se no è facile scusa... Senza passione sono capaci tutti!
Incredulo, avrò guardato e riguardato il video almeno cento volte, continuando a sperare di trovare una chiave di lettura che smontasse la prima impressione avuta su quelle parole. Speravo in un dettaglio nascosto tra le frasi, qualcosa di sottile ma decisivo che mi era sfuggito, capace di ribaltare completamente il senso del discorso. Ma niente.
Allora decido di scrivere un commento, per dire anch’io la mia. Ma dopo mezz’ora passata a rincorrere le 100.000 argomentazioni che mi frullavano in testa — ognuna convinta di meritare il primo posto, facendo a gara per essere scelta come la più importante — ho gettato la spugna. Troppo.
Meglio dirlo con un solo aggettivo. Era lì fin dall’inizio, l’ho capito solo dopo. Ma dice tutto: “avvilente”.
Oltre trent'anni fa, da giovane aiuto, aiutai il mio assistente a fare i provini per un film di Monicelli, a gratis, nella speranza di fare poi il film, 16 settimane. A fine provini vengo contattato dal direttore di produzione, che mi ringrazia di aver fatto i provini gratis, e mi dice testuali parole:"...a questo punto, nonostante sono in parola con un ragazzo del centro sperimentale, ti do la precedenza e se vuoi lo fai tu al suo posto. Ovviamente lui non lo pagavo, e quindi non posso pagare nemmeno te." Ovviamente rifiutai la magnifica offerta di 16 settimane a gratis, e persi l'occasione di entrare in quel giro. Schifato dal cinema, mi sono poi dedicato con successo alla pubblicità. E vedo che non è cambiato proprio nulla...
Non si capisce Alt che gioco fa, come al solito sembra remare a favore della parte malata e dei produttori. Chi ha scritto quella mail, molto probabilmente loro stessi a se stessi, avrebbe dovuto semplificare con il nostro è un lavoro, stop! Non c’è altro da dire, tutto il resto è inutile retorica per cercare di convincerci che un po’ PGB ha un po’ ragione.
In quali passaggi trovi che la mail dia ragione a PGB? Io leggendola ho percepito l'esatto opposto.
Ho girato il video a mia cugina, docente di economia aziendale. Questo il suo commento:
Il Sig. Bellocchio, con una certa libertà interpretativa, espone la propria audace rivisitazione di un concetto ben noto e ampiamente trattato nella letteratura economica contemporanea: il cosiddetto "rischio d’impresa".
C'è da dire però che, nella sua interpretazione, tale rischio finisce per ricadere anche sui lavoratori dipendenti dell’azienda quando invece, secondo la teoria economica e giuridica consolidate, il rischio d’impresa ricade esclusivamente sull’imprenditore.
Una formulazione chiara e autorevole di questo principio si può riscontrare anche in questo articolo, non recente, ma tuttora rilevante.
https://www.filcams.cgil.it/article/rassegna_stampa/scaricare_i_rischi_d_impresa_sui_lavoratori_l_cavallaro_ – L. Cavallaro
Senza considerare oltretutto che, laddove un’azienda benefici di finanziamenti pubblici per coprire parte dei costi di produzione, risulterebbe ragionevolmente più difficile immaginare un vero e proprio."rischio" imprenditoriale.
Lavorare per il cinema è un privilegio, se hai la passione per il cinema;
Lavorare come giardiniere è un privilegio, se hai la passione per il verde;
Lavorare come operatore ecologico è un privilegio, se hai la passione per l’ecologia… e così di seguito. Sei un privilegiato e fortunato se puoi lavorare in un ambito che ti appassiona, ma secondo Bellocchio tutte le persone che possono godere di questo privilegio non dovrebbero essere retribuite? O retribuite poco e male? O addirittura pagare per poter svolgere un lavoro che le appassiona?
Senza le maestranze “appassionate” nessun film di produttori illuminati, di registi eccelsi e di bravissimi attori potrebbe essere portato a termine.